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Approfondimenti: il Vicesindaco Paola Briganti risponde sulla piscina Comunale e sul ristoro nucleare

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A seguito della questione relativa alla chiusura della piscina comunale il Vicesindaco Paola Briganti ha chiarito alcuni punti della situazione nella consueta riunione del martedì nella sede di Latina Bene Comune.

Piscina comunale

La situazione delle piscine si è posta lo scorso  settembre, quando numerose società si sono fatte avanti per avere delle ore in acqua per i loro iscritti che utilizzano la piscina scoperta. Il tutto ha fatto scaturire nel Comune la decisione di regolarizzare l’assegnazione di nuovi spazi.

Anni fa fu stabilito un accordo utile per le società di pallanuoto e di nuoto agonistico: tale accordo rispondeva all’esigenza di gestire la piscina scoperta con una manutenzione ordinaria e straordinaria, al  quale si aggiungeva la gestione della piscina coperta di cui il socio si sarebbe occupato della gestione ordinaria. Tale accordo tra la società di costruzione e l’unione sportiva si chiuse ad un milione e mezzo che poi giunse alla cifra di 2 milioni e mezzo a causa dell’apertura di un mutuo che portò a interessi calcolati su questa somma durante i 15 anni in cui fu presa in prestito.

Nell’accordo c’è un primo aspetto da evidenziare Il Comune concede la realizzazione di questa opera ma ogni giorno in orari poco appetibili per la fruizione dei cittadini, ovvero la mattina dalle 10 alle 11 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30, l’utilizzo della piscina coperta verrà riservato alle fasce più deboli, associazioni che fanno sport per disabili e dunque categorie protette. Queste ore sono pagate al Concessionario dal Comune stesso che quantifica l’introito pagando per i soggetti disagiati ai quali l’Amministrazione consente così di accedere.

Secondo aspetto i costi di gestione devono essere sostenuti dal gestore sia per la piscina scoperta sia per quella coperta: le utenze della piscina coperta avrebbero dovuto essere divise, distinte da quelle del palazzetto dello sport.  Dal 2006 ad oggi tali utenze non sono mai state divise: il Comune per tutto questo periodo ha sostenuto costi enormi dovuti in particolare al riscaldamento della piscina scoperta.

Nel 2012 si adotta un atto con una modalità poco trasparenze: il protocollo d’intesa non è stato portato all’attenzione per quello che doveva essere il “contenuto” dell’ atto modificativo della concessione.  Questo non è stato sottoposto al Consiglio.

Dalle rilevazioni il quadro emerso è sconcertante: per anni la piscina scoperta è gestita dal concessionario nei mesi estivi, ovvero quando costa poco di riscaldamento e rende molto vista l’alta frequenza, mentre nei mesi invernali è gestita dal Comune, quando costa molto (per le evidenti questioni di elevato riscaldamento) e rende poco perché meno frequentata. Dunque a carico del Comune si hanno solo enormi oneri di gestione, mentre lauti guadagni sono entrati nelle tasche del concessionario. Inoltre al concessionario vengono concessi anche 130 mila euro all’anno per le 3 ore di spazi acqua che ha ceduto al Comune. Ricapitolando il concessionario ha aperto un mutuo di 140mila euro, il comune ci ha messo il terreno, e lo stesso Comune ha fornito per i 15 anni dei 30 anni il “necessario” per pagare il mutuo, nei secondi 15 il comune continua ad elargire tali somme ma tanto il mutuo non viene più pagato. Il Comune sostiene tutti i costi e le utenze non sono mai state distinte.

L’amministrazione promette di risolvere la situazione senza “mezze misure”: sarà di certo un processo lungo, ma si andrà  a fondo tanto da risolvere tutte le conflittualità del caso.

Ristoro Nucleare

L’amministrazione comunale ha invitato, e con la stessa lettera diffidato e messo in mora il Presidente del Consiglio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Cipe a pagare al capoluogo pontino il cosiddetto ristoro nucleare. L’atto è stato firmato e spedito il 17 ottobre dal momento che esiste un diritto dei Comuni che ospitano centrali nucleari in dismissione ad ottenere “misure di compensazione territoriale”. Si parla della “modica” somma di 10 milioni di euro. Tale misura compensativa è inserita nelle bollette elettriche pagate dai contribuenti per finanziare interventi di riqualificazione ambientale e territoriale nelle zone coinvolte dagli impianti nucleari. Questo contributo, che inizialmente era previsto nella misura del 100% a favore degli enti locali, è stato ridotto a decorrere dal 2005 al solo 30%. Una recente sentenza ha stabilito che invece tale contributo spetta totalmente ai Comuni, alle Province e alle Regioni. Dunque l’Amministrazione intende recuperare le quote che non sono state corrisposte al Comune di Latina a cominciare dal lontano 2006. Per realizzare ciò si sta prevedendo l’ipotesi di intentare una causa autonoma fotocopia di altri comuni che l’anno già avviata e vinta.

Ufficio Stampa LBC