Il Museo Cambellotti diventa connesso, così come le biblioteche e gli archivi comunali. E mano a mano potranno integrarsi anche i consorzi, i musei privati, fondazioni. La novità è stata illustrata oggi durante la commissione Cultura del Comune di Latina, presieduta dal consigliere di Latina Bene Comune, Fabio D’Achille.
Grazie ad un finanziamento regionale di 230mila euro e ai 64mila cofinanziati dal Comune di Latina il museo è pronto a diventare un hub culturale per le sei Città di Fondazione, di cui Latina è capofila, e per il capoluogo stesso.
Il Cambellotti amplierà così la propria offerta sfruttando le tecnologie e migliorerà l’organizzazione degli spazi rendendoli più fruibili e con nuovi servizi per l’utenza.
Attivata la digitalizzazione delle 870 opere di Cambellotti custodite nel museo; in fase di esecuzione la piattaforma informatica, il sito web e l’immagine coordinata. La piattaforma permetterà di collegare i servizi museali anche a quelli delle altre Città di Fondazione. Il museo avrà inoltre una sala multimediale e tavoli con touchscreen per la didattica e per dare informazioni ai visitatori.
Dal punto di vista strutturale saranno migliorate sia la parte interna che l’arena esterna per le attività: proprio qui sarà aggiunto un punto ristoro, mentre all’ingresso un punto per accoglienza; previsto anche un punto per il merchandising museale. Entro l’inizio della prossima settimana partiranno i lavori.
“Il Museo Cambellotti rinnovato, moderno, multimediale e integrato: Latina diventa capofila di un sistema museale contemporaneo che promuove la cultura del territorio e dei territori, l’agro pontino e quello romano fino a Colleferro e Guidonia – dichiara D’Achille – Diventerà un punto di riferimento non solo cittadino e contribuirà allo sviluppo del territorio. Il finanziamento regionale ottenuto è molto importante e rifonderà, anche attraverso l’opera artistica di Duilio Cambellotti, il rapporto identitario della nostra città attraverso collaborazioni illustri e i diversi musei del territorio. Tutto questo non può che renderci orgogliosi”.