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Pollificio di Borgo Bainsizza, in commissione il punto tra enti

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Il caso del pollificio di Borgo Bainsizza è stato oggetto di una recente commissione congiunta Ambiente-Attività produttive. “Si tratta della terza commissione in pochi mesi che facciamo – sottolinea la consigliera Loretta Isotton, presidente della commissione Ambiente – L’attenzione sul caso è molto alta da parte dell’amministrazione di Latina Bene Comune, che ha voluto portare il tema in sede istituzionale facendo da raccordo tra i vari enti che se ne stanno occupando per sbrogliare la matassa”.

Il pollificio è una di quelle questioni che si trascinano da lungo tempo sul territorio, ma sulla quale ora si sta trovando la quadra. I residenti del borgo e delle zone limitrofe lamentano odori nauseabondi e una forte presenza di insetti: una situazione che l’amministrazione di LBC vuole risolvere al più presto.

Invitati in commissione dalla presidente Isotton la Provincia, Arpa Lazio, i rappresentanti della Asl di Latina del servizio veterinario e del dipartimento di prevenzione e sicurezza sul lavoro, mentre per il Comune di Latina i tre assessorati di riferimento: per la Sicurezza l’assessora Paola Briganti e il dirigente Francesco Passaretti, per le Attività Produttive l’assessora Simona Lepori e il dirigente Stefano Gargano, per l’Ambiente l’assessore Dario Bellini e il dirigente Giuseppe Bondì.

Nel pollificio ci sono circa 40mila galline e all’azienda risultano imposte prescrizioni da parte della Provincia per l’esercizio dell’attività; la gestione dell’allevamento seguirà i protocolli previsti a ciclo produttivo concluso. In commissione sono stati riportati i risultati dei sopralluoghi svolti da tutti gli uffici competenti per accertare sia la situazione ambientale che quella amministrativa.

“Il merito di questo lavoro è quello di aver messo in rete tutte le istituzioni preposte ad autorizzazioni e controllo su un’attività così impattante per il territorio: l’auspicio per il futuro è ora quello che si incentivino sul territorio attività produttive e allevamenti di animali con il minore impatto ambientale, meglio ancora se di tipo biologico ad economia circolare ecosostenibile, come anche previsto dalle linee guida sulla transizione ecologica delle ultime direttive di Governo”.