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LBC, Proietti: “Sbagliato equiparare DAD a didattica in presenza. Scuola guardi al futuro”

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È tempo di tornare a scuola. Le campanelle stanno per tornare a suonare, e c’è molto dibattito in merito, vista l’impennata di contagi che si sta verificando nelle ultime settimane. Le disposizioni, però, parlano chiaro: le scuole apriranno. Disposizioni che si combinano all’ultimo decreto legge che profila potenziali scenari di didattica mista: in remoto per i non vaccinati, in presenza per i vaccinati. Questo – per le scuole secondarie di I e II grado – è il nuovo protocollo che andrà adottato con due casi positivi al Covid nella stessa classe. Fino ad un caso, è prevista invece l’auto-sorveglianza.

Lo scenario di una lezione condotta, contemporaneamente, in aula ed in classe, solleva perplessità. Ne parla il Consigliere Comunale di Latina Bene Comune – nonché docente – Gianmarco Proietti: “Equiparare la didattica in presenza con quella a distanza è il chiaro segno di una lettura superficiale ad un problema assai più complesso. Senza troppi giri di parole: non è possibile fare davanti allo schermo quello che, normalmente, si fa in classe. Le due didattiche vanno differenziate, in termini di svolgimento e modalità”. Sulla ripresa delle attività – prevista per lunedì 10 gennaio – Proietti non ha dubbi: “Capisco e condivido i timori dei dirigenti scolastici, ma al momento né il Sindaco né il Prefetto sono nelle condizioni per optare il ripristino della didattica a distanza. La decisione di chiudere un plesso, infatti, spetta al comitato per la gestione dell’emergenza sanitaria il quale – ad oggi – non ha riscontrato una situazione tale di criticità da emettere un’ordinanza per la chiusura delle scuole. Il Ministero, a questo punto, dovrà garantire un’apertura che sia sicura sanitariamente, ma anche didatticamente. Ecco perché insisto sulla perplessità di equiparare, e quindi svolgere contemporaneamente, la didattica a distanza e quella in presenza”. Ma non è tutto: “Un fattore che mette in discussione la presenza in classe – assicura – è la carenza di personale perché in quarantena. Ecco, quindi, che torna necessario ciò che già si caldeggiava nel 2020: un potenziamento strutturato e determinante dell’organico qualificato, proprio per sopperire le continue assenze”.

“Aggiungo poi – conclude Proietti – che è arrivato il momento giusto per ripensare al concetto di scuola. La pandemia deve metterci nelle condizioni di fare uno scatto in avanti. In questo senso ritengo che la scuola debba rigenerare i propri spazi. Le linee di mandato approvate in Consiglio Comunale, vanno proprio in questa direzione. Penso ai ‘Piani di Comunità’ che puntano a trasformare le scuole in hub di quartiere. Si tratta di un primo passo verso il superamento dell’idea, ormai prosaica, della centralità dell’aula. Qualche tempo fa tutto questo appariva avanguardistico, le condizioni dell’oggi ci impongono di correre subito verso il futuro: dobbiamo immaginare una scuola che, anziché restare chiusa nel suo bozzolo, si apre all’esterno e diventa baricentro per la comunità. Un vero e proprio civic center, che diventi contenitore per iniziative culturali, formative e sociali”.