“Fare Latina ha commesso un’uscita a vuoto. L’aula polifunzionale LATINADAMARE sita in viale XVIII Dicembre non fa parte della casa di quartiere e, pertanto, sulla stessa non insiste nessun divieto per partiti o movimenti. Limpresa che gestisce lo spazio concede la possibilità di affittare la sala ed è ciò che abbiamo fatto: pagare per usufruire di un libero spazio. Dovremmo incentivare, non di certo ostacolare, attività come queste proprio per sostenere le nostre giovani imprese. Noi i giovani li sosteniamo sia usufruendo dei servizi che mettono a disposizione della città, sia schierandoli in prima linea politicamente come si evince dalla candidatura di Valeria Campagna alle elezioni Regionali”. Così, in una nota, Elettra Ortu La Barbera e Floriana Coletta.
Così Coletta: “Un conto è pagare per un servizio, un altro è approfittare di una zona franca quale è una casa di quartiere per portarvi all’interno i simboli politici. Cosa vietata dallo statuto della casa. Fare Latina dovrebbe conoscere la differenza tra le due cose e, se non la conosce, dimostra di non padroneggiare le regole dei bandi che hanno permesso a dei giovani under 35 di fare impresa a Latina. Cosa piuttosto grave da parte di un movimento che non solo ha fatto parte di una maggioranza consiliare ma che, addirittura, auspica diventare rappresentante regionale della nostra città e delle sue istanze”.
La Segretaria di Lbc conclude: “L’espressione predicare bene e razzolare male che è stata usata meglio si addice alla parabola di un movimento che ha sposato un civismo di convenienza, prontamente accantonato in vista delle regionali nella speranza di ottenere maggiori chance nelle fila di un partito. Il civismo è consapevolezza, conoscenza, cultura e soprattutto coerenza. Coerenza che Lbc ha perseguito anche in vista di questa nuova sfida conservando la sua autonomia territoriale all’interno di una lista civica”.