Due mozioni presentate dal gruppo consiliare di Lbc, composto dai consiglieri Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton, saranno discusse nel consiglio comunale di martedì 5 marzo.
La prima riguarda la morte di Alexei Navalny, attivista e noto oppositore del regime russo di Vladimir Putin, morto nei giorni scorsi in circostanze misteriose che sollevano dubbi e preoccupazioni internazionali riguardo la possibilità di un omicidio di Stato. “Il caso di Alexei Navalny – commenta il vicesegretario di Lbc, Alessio Ciotti – rappresenta una grave violazione dei diritti umani e richiede un intervento deciso e una presa di posizione chiara. Con la mozione presentata dai nostri consiglieri vogliamo che sia espressa una ferma condanna per questa morte, riconoscendola come simbolo della repressione dello Stato russo nei confronti degli oppositori, e che si impegni la sindaca e la giunta a commemorare Alexei Navalny attraverso l’intitolazione a suo nome di una panchina da individuare nel centro cittadino”.
La seconda mozione di Lbc riguarda invece lo strumento dell’usucapione pubblico e impegna la sindaca e la giunta a compiere un approfondito censimento delle strade e dei larghi che sia necessario e possibile acquisire attraverso questo istituto giuridico e di procedere alla comunalizzazione delle strade e dei larghi individuati. “Questo strumento – spiega Dario Bellini, capogruppo di Lbc – consente al Comune di risparmiare e, laddove è possibile farlo, di acquisire definitivamente al patrimonio comunale un’infinità di situazioni presenti nelle nostre periferie e nei borghi nei quali moltissimi cittadini si ritrovano strade non asfaltate, ammalorate, prive di servizi essenziali quali fognature, illuminazione pubblica, reti Internet, anche sé quelle strade o larghi sono ormai ad uso pubblico da oltre 20 anni. Acquisendole al patrimonio comunale si potrà migliorare la qualità abitativa di quei territori. Quello dell’usucapione pubblico è uno strumento già applicato efficacemente in altri Comuni d’Italia tra cui Torino dagli anni ‘90, che può essere utilizzato senza ricorrere solo alla perequazione o agli espropri, metodi validi ma onerosi per il Comune di cui ci si può servire in altri casi ma che non possono essere gli unici con cui gestire un patrimonio di una città giovane che si è espansa velocemente e che per questo presenta molte situazioni che vanno sanate e definite anche con uno strumento più agile e meno costoso per la comunità come è appunto l’usucapione pubblico.”