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“Responsabilità, trasparenza e accuse infondate”, contributo di Marina Aramini

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Io penso che chi fa politica deve anche essere un pochino sognatore, nonostante tutto. Chiudere per un attimo gli occhi e – perché no? – vedere al posto dello scheletro di un palazzo un improbabile giardino verticale; credere che gli incendi di questi giorni in città non siano frutto di un disegno criminale e continuare a guardare la luna e non il dito.

Tuttavia, non si possono perdere di vista le responsabilità. La responsabilità della politica è trasformare le aspettative della comunità in realtà: quella realtà che tutti gli schieramenti politici vorrebbero ricostruire (ognuno a proprio modo) e che a me piace sintetizzare col concetto di “Città Educante”. Un contenitore di idee e fatti, dove il cittadino rivendichi orgoglioso la sua appartenenza e il suo impegno anche nella tutela di quel “Decoro Urbano” rimasto per ora al palo. Un contenitore di idee e fatti dove le responsabilità della politica trovano una unità di misura e di peso, fatto di azioni concrete documentate e visibili che devono ancora pienamente decollare.

Spesso però la politica non è un frutto di condivisioni nato intorno alla “polis”, da cui dovrebbe trarre la propria derivazione: ma una sorta di palcoscenico del pirandelliano “gioco delle parti”. Ecco perché i cittadini, stanchi di quella politica, per protesta e per rabbia hanno dato fiducia alle tante liste civiche che ormai governano anche le grandi città (chissà se un giorno, coalizzate, potranno governare anche a livello nazionale).

A Latina cosa è avvenuto? Una sorta di esercito di non politici ingenui si è ritrovata a fronteggiare i professionisti della politica – quella “vera”, esperta – munito solo di ideali e di un sogno per realizzarli, pronto ad imparare velocemente ed istintivamente a proporre cambiamenti e (molto) a difendersi dai continui e generalizzati attacchi a volte ingiustificati, come succede a chi deve sopravvivere nella giungla dove le piante lottano per un pò di sole o nella savana di arguti leoni stagionati.

Una strategia tesa anche a dividere il movimento LBC. Ed ecco che allora che (ultime schermaglie):

– nella procedura di nomina del CDA della Azienda Speciale che più limpida non si può, si criticano procedure di trasparenza mai viste nel Comune di Latina, come la presenza di linee di indirizzo (approvate da questo Consiglio Comunale) per le nomine di stretta competenza del Sindaco o l’opportunità di assistere a colloqui pubblici propedeutici alle stesse nomine. E non hanno sortito alcun effetto neanche gli inviti a consultare altri avvisi analoghi di altri Enti e città;

– riguardo la figura del Direttore Generale, si insinua con assoluta determinazione che dal suo arrivo a Latina l’8 agosto 2016 e fino a maggio 2017 ha svolto anche un ruolo di consulenza nel Comune di Rieti nell’organismo OIV. Ecco, sarebbe bastato accertarsi e constatare su Comune di Rieti- Amministrazione Trasparente sezione OIV che sono presenti le dimissioni della Dott.ssa Rosa Iovinella datate 1 Ottobre 2015.

Eppure tutta questa “macchina del fango”, per dirla alla Roberto Saviano, finisce solo col cementare la convinzione che questa città ha estremo bisogno di uscire dall’oscurità in cui è stata avvolta in questi anni. Un percorso arduo, sempre in salita ma non per questo privo del motto sempre avanti… e lo sguardo anche alla luna.

Marina Aramini, consigliere Lbc