Martedì 18 ottobre Latina Bene Comune, all’interno delle consueta riunione settimanale, ha ospitato Marco Omizzolo, giornalista, sociologo, presidente della cooperativa «In Migrazione» a Sabaudia. L’incontro è stato l’occasione per riflettere sulla presenza di tutte le principali organizzazioni mafiose in provincia di Latina, sulla loro organizzazione reticolare e sulla loro capacità di “permeare” la società civile inserendosi ed operando nella vita di tutti i giorni.
Il perché di questo incontro organizzato dal Forum della Cultura su un argomento molto sentito da LBC è presto detto e torniamo a ribadirlo. Tra la vastità dei temi che la Cultura racchiude, quello della Cultura della Legalità ha una valenza prioritaria, e così prioritario è il valore dell’informazione che conduce a quella consapevolezza che fa la differenza. Là dove indifferenza, negazionismo o semplice disinformazione, espongono una comunità a gravi rischi e la rendono permeabile al fenomeno mafioso, la presa di coscienza fornisce gli anticorpi necessari alla collettività. Riteniamo che mafia e mafiosità si combattano innanzi tutto con la Cultura, maturando nei cittadini una coscienza civica, poiché la sola repressione attraverso azioni mirate poste in essere dalle autorità preposte non può essere sufficiente senza la risposta della cittadinanza. A tale proposito a margine dell’incontro di presentazione del suo libro “La Quinta Mafia”, abbiamo rivolto a Marco Omizzolo qualche domanda per approfondire.
Come pensa sia mutata la percezione dei cittadini di Latina rispetto alla legalità in relazione ai grandi eventi come l’operazione “don’t touch” o al caso Fondi?
La percezione dei cittadini è cambiata grazie all’azione dei sindacati e soprattutto delle associazioni, Libera in particolare. Dopo la giornata della memoria di due anni fa c’è stato un atteggiamento di svolta perché la presenza di mafie nel territorio pontino è stata certificata a livello nazionale e molti giovani hanno interiorizzato, davvero nel senso di “fatto proprio”, il sentimento d’attenzione nei confronti del fenomeno mafioso. Oggi è più facile rispetto ad anni fa parlare nelle scuole, alle platee di studenti e non, la gente sta maturando una coscienza civica ed in base a questa, ci auguriamo, ci si comporterà diversamente.
Latina Bene Comune ben si immette in questo filone di consapevolezza , emancipazione, affermazione dei diritti proprio di una società civile che contrasta quello che il Sindaco Damiano Coletta chiama “sistema Latina”.
Criminalità conclamata e fenomeno dei “colletti bianchi”. Quanto l’uno si innesta nell’altro? Quanto invade e pervade l’altro? La realtà che ci circonda fa male, il sommerso però è ancora peggio…
Si certo è di gran lunga peggio perché non è “sommerso” ma l’anello di congiunzione tra il pubblico ed il privato, tra il chiaro e lo scuro… Non è un sistema sotto l’egida criminale, ma invade tutti i campi dai più tradizionali come appunto gli appalti a quelli meno apparenti della società civile: quanti amministratori accolgono nei loro uffici personaggi vicini agli ambienti mafiosi o i loro consulenti, compresi avvocati che portano nelle amministrazioni fascicoli, domande e quindi gli interessi di potentati criminali di questa provincia. Spaventa che alcuni cittadini “in giacca e cravatta” agiscano non secondo le regole del diritto ma rispondendo agli interessi chiari delle mafie in cambio di laute parcelle, di grande visibilità, di sostanziose ricchezze e, in alcuni casi di potere. Quanti di questi soggetti sono diventati anche consulenti delle pubbliche amministrazioni?
Con quali strumenti un’Amministrazione comunale può far sentire la propria voce in termini di legalità?
Con i termini di diritto della legalità, Il Palazzo Comunale deve essere davvero una casa di vetro, per incentivare la trasparenza amministrativa, l’apertura alle problematiche, mettere mano a tutto il sistema degli appalti, dei grandi appalti come quelli relativi all’urbanistica. E’ un lavoro immenso, immane che richiede grande coraggio e competenza.
Compito di Latina Bene Comune sarà quello di restituire alla cittadinanza quei beni fondamentali che sono stati sottratti loro e gestiti in maniera criminale anche da mafiosi e da gruppi criminali. Penso ai Ciarelli-Di Silvio. C’è una grande aria di freschezza e liberazione che è anche una responsabilità importante per LBC: se riuscirà a fare la differenza veramente avrà tracciato un solco tra passato e futuro della storia cittadina.
Ufficio Stampa LBC