“In Italia praticamente nessun teatro è a norma, eccezion fatta per il Teatro Eliseo, chiuso da due anni e forse per sempre. Quando il sindaco Damiano Coletta ha deciso di non firmare più la deroga sull’agibilità che permetteva di aprire un teatro anche quando non fosse conforme alle normative di sicurezza previste, sapeva a cosa andava incontro. Ristrutturazioni, adeguamenti, obblighi anche poco comprensibili a chi non è del mestiere e soprattutto a chi non deve assumersi nessuna responsabilità nei confronti di una città”. Con queste parole Maria Paola Briganti, candidata al Consiglio Comunale nella lista di Latina Bene Comune, è intervenuta sulla questione teatro in una nota stampa.
Sul merito dei lavori d’intervento ha spiegato: “Abbiamo dovuto sacrificare un pezzettino di teatro scarsamente utilizzato (quello ascrivibile all’orchestra) per allineare la struttura alle normative per la sicurezza. Uno spazio, tra l’altro, non necessario in quanto il teatro d’Annunzio è un teatro di prosa e non di opera: al D’Annunzio si recita, non si suona. Immaginiamo il caso di un ramo che copre un semaforo: interveniamo sul ramo o lo lasciamo lì mettendo in pericolo conducenti e pedoni? Come dicevano i latini: ubi maior, minor cessat”.
Maria Paola Briganti, poi, è intervenuta anche per spiegare la questione del muro sul palco: “Gli spettacoli c’entrano comunque, anche quelli più grandi. È proprio su questo che bisogna lavorare: rendere il D’Annunzio un teatro importante, per grandi spettacoli, gestito da personalità di spicco e capace di attrarre i migliori artisti nazionali. Poiché l’apertura è ormai imminente, alla luce del parere positivo emerso dall’ultimo sopralluogo tecnico, l’amministrazione Coletta stava già ragionando sul dopo: come rivalorizzare un teatro chiuso da tanto tempo. Un lavoro interrotto dalla sentenza che ci ha chiamati alla rivotazione in 22 sezioni, ma un lavoro che è pronto a ripartire proprio da dove si è fermato a partire dal 5 settembre”.
“Latina – conclude – è pronta a riabbracciare il suo teatro, un teatro che mai prima d’ora era stato a norma. Abbandonato e devastato da gestioni incaute e disattente all’incolumità dei cittadini e delle cittadine. È stato un intervento lungo e mirato, ma necessario”.