“Sulla consegna della Card ‘Dedicata a te’ l’amministrazione comunale ha compiuto un altro clamoroso passo falso, finendo sulle cronache nazionali. Al di là delle spiegazioni fornite dalla sindaca Celentano e dall’assessore ai Servizi sociali Nasso, resta il fatto che tutta l’operazione poteva essere gestita con altre modalità, con criterio e soprattutto con rispetto dei cittadini che si trovano in stato di bisogno”. Così il movimento Lbc commenta la notizia delle file di cittadini in Comune per ritirare la lettera che dà diritto al rilascio della Card assegnata.
“E’ stato chiaro sin da subito che questa Card fosse solo uno spot del Governo e uno sperpero di denaro pubblico, che dà diritto a una somma ridicola una tantum assegnata con criteri stringenti e solo per l’acquisto di precise categorie di prodotti – spiega ancora Lbc – Una Card che viene rilasciata e che non sarà ricaricata: tanto valeva accreditare le somme sulla tessera sanitaria, come fece l’amministrazione Coletta nel periodo del Covid facendosi carico dello stato di bisogno di migliaia di persone. Ma a Latina al danno si è aggiunta anche la beffa, a scapito della dignità e della privacy dei cittadini. C’erano tutti i mezzi e gli strumenti per agire in un altro modo, più efficace e rapido, come fatto in altri Comuni, dove i beneficiari sono stati raggiunti da una lettera inviata direttamente a casa. Si è scelto invece il modo peggiore, costringendo i cittadini a esporre il loro stato di bisogno. Queste sono le conseguenze: neanche la metà degli interessati, per stessa ammissione della sindaca, ha ritirato la missiva in Comune per poi ottenere la Card, perché evidentemente la comunicazione sul sito dell’amministrazione non ha avuto la stessa efficacia che avrebbe avuto una lettera inviata direttamente a casa. In secondo luogo gli utenti beneficiari sono stati messi in fila davanti allo sportello del Comune, un passaggio che si poteva assolutamente evitare e che resta incomprensibile oltre che irrispettoso, come sottolineano del resto molti utenti, sia quelli che si sono messi pazientemente in fila davanti agli uffici sia coloro che, per i criteri stringenti applicati, sono rimasti esclusi dal beneficio pur versando in stato di bisogno”.