GIANO BIFRONTE: TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE
Fini e mezzi per l’esercizio della democrazia.
Purtroppo l’ Italia, anche se migliorata, è un paese ancora in balia della corruzione (Report di Transparency international 2016) e da tempo la Pubblica amministrazione è stata chiamata a fare la sua parte a partire dalla legge 190/2012 fino alle successive normative del 2013 e 2016 .
Il Comune di Latina ha visto alla luce 4 piani anticorruzione: 2014-16, 2015-17, 2016-18 e 2017-19 documenti redatti dal Segretario Generale, in qualità di responsabile della prevenzione della corruzione, nominato dal Sindaco. Novità del vigente piano è l’accorpamento tra programmazione della trasparenza e programmazione delle misure di prevenzione della corruzione, come previsto dal D. Lgs. 23 giugno 2016 n. 97
Il primo dato comparativo oggettivo che si può dedurre dalla loro lettura è il numero dei processi amministrativi individuati a rischio: 57 nel primo, 66 nel secondo, 79 nel terzo, 131 in quello attuale.
Tuttavia tale dato numerico piuttosto esplicito, non è il solo aspetto degno di valutazione, c’è anche quello qualitativo: nel primo piano (consiliatura Di Giorgi) saltano all’occhio sottovalutazioni, in termini di peso, di processi a rischio (su rilascio autorizzazioni varie, su verifica, validazione di opere con project financing) o addirittura non contemplazione di interi processi (affidamento diretto transazioni,promozione e gestione azioni giudiziali, gestione violazione codice della strada) di processi definiti a rischio corruzione.
Gli aspetti distintivi che caratterizzano invece il corposo piano attuale 2017-19 sono:
- A) LA STRUTTURA GENERALE: 1)una dettagliata analisi del contesto esterno e interno all’Ente accennata brevemente solo dal Commissario Barbato; 2)una puntuale mappatura dei rischi;3) una chiara valutazione del rischio (via le formulette e ingresso di aggettivazione), e,4) elemento di sicura innovazione: il trattamento del rischio ovvero le azioni/misure (di semplificazione, di regolamentazione, di controllo) da adottare per contrastare ognuno dei rischi; 5)la parte riguardante la trasparenza: l’elenco degli obblighi di pubblicazione.
B)L’ANALISI DEI SINGOLI PROCESSI identificati a rischio suddivisi in:
a)8 aree generali (erano 5 nel primo piano di Di Giorgi, 8 in quello di Barbato):
1)acquisizione e progressione del personale, 2)contratti pubblici 3)provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico 4) provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico (es. pagamenti compensi) 5)gestione entrate e spese 6) controlli e verifiche 7)affari legali e contenziosi
- b) altre 3 aree specifiche riferite al nostro Comune:
1) gestione banche dati (unica voce presente nel primo piano) 2)area smaltimento rifiuti 3)urbanistica e edilizia. Le stesse aree introdotte anche dal Commissario Barbato che si sarà chiesto come noi come si facesse a non attenzionare, in una città di disastri o sciatterie relativi all’urbanistica e di malagestione dei rifiuti queste due aree.
Vorrei porre all’attenzione l’assoluta chiarezza delle schede relativa ai singoli processi (prima relegati a poche righe) costruite PER OGNI SERVIZIO. Ognuna è caratterizzata dall’analisi dello specifico contesto interno a quel servizio, dalle diverse fasi in cui di suddivide un procedimento , dalla valutazione/pesatura del rischio (realistica e non di “alchimia aritmetica”)e dalle indicazioni del trattamento del rischio vale a dire come evitare quel rischio. Infine anche qui in modo innovativo, la programmazione delle misure di controllo con relativi indicatori per il monitoraggio e valori attesi.
Infine non di poco conto è che il piano costituisce una parte del PEG (piano di gestione dei dirigenti) dunque parte di non poco peso, degli obiettivi di risultato dei dirigenti comunali.
Si deve ammettere, questo è stato un grande lavoro di assoluta promozione della trasparenza dell’azione amministrativa mai visto in precedenza e di certosino contrasto della corruzione scritto anche con la partecipazione e condivisione dei servizi.
Ci sarà chi esclamerà “ecco un ennesimo documento inutile come i regolamenti!! Qui vogliamo fatti non belle parole scritte si dei fogli”. A queste persone dirò che i tanti fatti avvenuti in precedenza, dei quali oggi si devono risolvere sciatterie e costosissimi contenziosi, forse non si sarebbero mai potuti verificare.
I padri Costituenti pensarono ingenuamente che l’art. 97 della Costituzione fosse già di per sè un forte argine alla corruzione ma così non è stato. Ecco anche perchè sarà importante partecipare al Circolo Cittadino (ore 17) all’incontro di martedì 12 dicembre su “trasparenza e legalità condivisa”.
Marina Aramini