IL MONDO DI MEZZO CHE PREOCCUPA
Nel giro di pochissimi giorni ho avuto l’occasione di fare 3 “conoscenze”
1)Il giorno 23 maggio presso la sede di LBC ho potuto ascoltare una lucida lezione sulla mafia da parte del Prof. Alfredo Galasso che, ricordando Falcone e Borsellino, ha posto in risalto il concetto di metodo mafioso. Un metodo nel quale possono essere anche assenti sparatorie e omicidi ma sempre, al 100%, è caratterizzato da un filo NERO MAFIOSO che cuce i nostri rapporti sociali e che si nutre essenzialmente di INDIFFERENZA E CORRUZIONE (vera linfa vitale) in un clima di COSTANTE “negazionismo” (che ci fa abbassare la guardia).
Il Prof. Galasso ha spiegato i vari livelli della struttura mafiosa: primo, secondo e terzo che, ha ricordato, hanno assunto anche la connotazione di MONDO DI SOTTO (la manovalanza), MONDO DI MEZZO (rete di imprenditori, professionisti e politici locali) e MONDO DI SOPRA (le alte sfere protettive dei poteri più forti)
Altre notizie lette.
2)Ecco che il 30 maggio leggendo vari quotidiani, sappiamo che sono state recapitate due lettere intimidatorie a due Magistrati in servizio a Latina: il Pm Giuseppe Milano e il GIP Mara Mattioli. Nelle missive viene ricostruita l’indagine c.d. OLIMPIA (già inquietante di per sé). “Sono tentativi intimidatori vigliacchi e oltraggiosi, ancora più gravi in quanto ormai frequenti, rivolti contro il lavoro coraggioso di magistrati del Tribunale e della Procura, che si trovano ad operare in una realtà complessa, difficile, minata da un contesto ambientale pesante”.
3)(Italpress)Serie di audizioni in commissione parlamentare antimafia. Sentiti i prefetti e i procuratori della Repubblica Il problema resta «la sottovalutazione del fenomeno», ha detto la presidente della Commissione Rosy Bindi (Pd), specie da parte di amministratori locali e categorie professionali, nonostante l’inchiesta Mafia Capitale abbia portato in auge il tema. La politica locale é la nuova trincea, tanto che l’Antimafia stavolta non si occuperà delle liste di candidati per le elezioni nazionali, un tema foriero di dure polemiche nel passato recente. «LE MAFIE SONO MOLTO PIÙ INTERESSATE ALLA CLASSE DIRIGENTE LOCALE», HA DETTO L’ON. BINDI.
La Presidente dell’Antimafia ha così evidenziato il caso di Anzio e di altri comuni, sul litorale a sud di Roma, aggiungendo che oltre a Roma e provincia, preoccupano Latina – “dove c’è ancora una sottovalutazione, si fatica a riconoscere che esiste la mafia”, ha detto Bindi – e Frosinone. In quest’ultima provincia “il prefetto di Frosinone non è riuscito a firmare un solo protocollo di legalità con organizzazioni professionali o imprenditoriali. Un caso forse unico in Italia”. Di qui l’appello della Presidente dell’Antimafia agli Ordini professionali, che “non possono continuare a coprire i propri aderenti” rispetto alla necessità di contrastare le mafie.
CONSIDERAZIONI
Ebbene, già rispetto a questi 3 elementi come si fa ancora a negare che il nostro territorio possa essere a forte rischio di appartenenza al “mondo di sotto” e “mondo di mezzo” ?
Cosa ci farà capire se abbiamo travalicato il confine tra “criminalità” e “mafia”?
Eppure “mafia” è un termine abbastanza definito: potere che si fonda sulla corruzione e che si presenta come alternativo a quello legittimo fondato sulle leggi e rappresentato dallo Stato; la mafia si sostituisce di fatto a pezzi dello Stato e delle sue diramazioni vivendo del consenso popolare e senza perciò essere considerata un corpo estraneo alla società.
A scuola (come fuori dalla scuola) si parla di mafia (forse troppo poco) ma sempre pensandola lontano da noi.. da un’altra parte… e se ne fossimo circondati? La forza delle mafie sta nella loro sottovalutazione.
LA PAROLA MAFIA FA PAURA. e il Prof. Galasso ha detto che ora non spara più come una volta.
Marina Aramini, consigliere LBC