Più di 50 vittime di omofobia al giorno, più di 20mila chiamate in un anno da tutta Italia (3200 minorenni. Tra i 12 ed i 25 anni oltre 400 casi di gravi maltrattamenti in famiglia segnalati. Solo 1 vittima su 40 ha il coraggio di denunciare. Dati allarmanti soprattutto tra i più giovani, che temono anche le reazioni della loro stessa famiglia.
Sono questi i dati forniti nel 2018 dalla Gay Help Line nella Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transfobia fissata dal 2004 il 17 maggio di ogni anno.
I dati dell’Italia non sono molto confortanti, il nostro Paese è agli ultimi posti per l’equiparazione, in termini di diritti civili dei cittadini di diversi orientamenti sessuali e questo anche a causa di una classe politica piuttosto arretrata ma che oggi, con la Legge Zan, può fare la differenza.
La mozione proposta in consiglio comunale a Latina finalizzare a condannare questa legge, è stata sonoramente bocciata grazie a Latina Bene Comune e PD. Sarebbe stato un insulto dare fiato a pregiudizi analoghi a quelli che alimentano razzismo, xenofobia, antisemitismo oppure non rivendicare l’autodeterminazione e la tutela dell’identità personale come diritti inviolabili della persona,
Tale legge vuole infatti aumentare il numero delle minoranze da tutelare integrando l’articolo 604 bis del codice penale ed estendere le aggravanti speciali già previste per reati fondati sull’odio razziale o etnico e religioso anche a quelli fondati sull’identità di genere e sulla disabilità. Aggiungere minoranze da tutelare, non può creare ulteriori discriminazioni, come sostengono invece i promotori della mozione.
Quando l’Oms nel 1990 ha rimosso dall’elenco delle malattie o disordini mentali l’omosessualità ha cambiato la vita a decine di migliaia di persone, ma dobbiamo ulteriormente migliorarla, visto che purtroppo il mondo (ben 70 paesi)è ancora pieno di atrocità e pene severissime (condanna a morte, lapidazione, crocifissione) che vanno oltre la lesione dei diritti umani.
La legge Zan riconosce queste ingiustizie tutelando (art.4) per chi avesse perplessità, anche la libertà il pluralismo di idee di opinioni purché (giustamente) non costituiscano concreto pericolo di compimento di atti violenti.
Il riconoscimento del 17 maggio come Giornata nazionale contro l’omofobia al fine anche di promuovere attività, incontri e dibattiti su questo tema che ancora rappresenta una sorta di assurdo tabù che discrimina e perseguita ingiustamente tante persone.
La battaglia deve infatti essere anche culturale.
Speriamo che la legge Zan, già approvata alla Camera, passi anche al Senato. È un fatto di civiltà.
Marina Aramini
consigliera LBC