home Damiano Coletta Primo anno di mandato, lettera aperta del Sindaco ai cittadini

Primo anno di mandato, lettera aperta del Sindaco ai cittadini

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Care cittadine e cari cittadini,

è passato un anno dalla mia elezione. Ricordo le tante persone che mi dicevano “Ma chi te lo fa fare! Non immagini che situazione troverai…”. Ero consapevole dell’enorme responsabilità e della grande sfida che mi accingevo da affrontare. Della scelta pesante che avrei dovuto fare nel lasciare il mio lavoro per dedicarmi ad un’attività che avrebbe assorbito totalmente la mia vita. Avevo anch’io tante, tantissime aspettative. Pensavo di poter cambiare le cose, almeno alcune, in pochi mesi.

Mi è bastato poco tempo per capire che la situazione era molto peggiore di quanto mi aspettassi. Dopo appena due mesi, una volta viste le cose da dentro, mi sono reso conto del disastro che avevamo ereditato e delle difficoltà che avremmo avuto in questo primo anno nel dare le risposte attese dalla città.

Una macchina amministrativa assolutamente inadeguata per risorse numeriche, mezzi e organizzazione che rende complicata la gestione dell’ordinario. Per camminare e poi correre servono buone gambe. Accanto a questo, lo studio di alcune questioni spinose, portato avanti fin dai primi mesi del mandato, ha messo in luce l’esistenza di un “sistema Latina”, una modalità distorta di gestire la cosa pubblica che negli anni ha condizionato la gestione di scelte, contratti e concessioni. Un sistema subdolo che ha determinato una sorta di “patologia amministrativa” e del quale è spesso difficile ricostruire i percorsi così come è farraginoso reperire gli atti e i documenti necessari per ricostruire vicende poco chiare che gravano da anni sulle spalle della città.

Poi la vicenda Olimpia a conferma del “sistema”, in molti l’hanno dimenticata, che da novembre e per almeno 4-5 mesi ha prodotto una paralisi amministrativa. Nei nostri dipendenti era subentrata una fisiologica sensazione di “paura” nella gestione degli atti amministrativi.

Siamo partiti da lì. Dall’organizzazione interna. Tanti settori in sofferenza. Soprattutto quelli che riguardano i servizi ai cittadini: anagrafe, ambiente, servizi sociali, attività produttive.

Per questo sento il dovere di ringraziare i dirigenti, soprattutto quelli che per carenza di organico si trovano nella necessità di gestire più servizi (sostenendo il doppio ruolo dell’interim), e i funzionari per l’impegno che stanno mettendo per cercare di ottenere un cambio di marcia che è in atto anche se, al momento, non sta dando risultati percepibili.

Cosa abbiamo fatto?

Abbiamo assunto due nuovi dirigenti per i settori Urbanistica e Lavori Pubblici, è prossima la selezione di un nuovo dirigente del settore Ambiente e in programma quella per altre due figure dirigenziali. Accanto a questo stiamo provvedendo a potenziare l’attività degli uffici attraverso l’ingresso di nuovi funzionari e figure tecniche, alcuni dei quali previsti a breve attraverso assunzioni e comandi da altri enti oltre a funzionari che verranno in comando.

Abbiamo approvato il PEG (Piano Esecutivo di Gestione): uno strumento di fatto mai utilizzato, che fissa obiettivi e tempi per i dirigenti, dando premialità e consentendo un controllo dell’operato.

Mi si accusa di parlare troppo del passato. In molti ora soffrono di amnesie o, forse, fa comodo rimuovere il passato. Perché è scomodo. Ma il passato ci insegue e condiziona il presente e le scelte future che ricadono sui nostri figli. E le cose del passato diventano priorità e richiedono risorse e tempo. Il tempo impiegato per cercare soluzioni per tutti gli scheletri ereditati come Metro, opera irrealizzabile (stiamo cercando di scongiurare il definanziamento indirizzandolo verso un progetto di minore costo ma di maggiore efficacia), SLM, Terme, Piscina, Cimitero, la ripubblicizzazione di AcquaLatina.

Le priorità sono la Latina Ambiente in fallimento e l’impegno nel mantenere la città pulita e nel progettare un’azienda speciale per i rifiuti affinché su di essi non si faccia lucro. Una città pulita nonostante l’inciviltà di molti cittadini che buttano nei cassonetti materassi, lavandini e scaldabagni.

Ma le priorità sono state anche prendersi la responsabilità di segnalare alla Questura la vicenda dei chioschi per rompere il muro dell’omertà, sono fare un bando per i servizi sociali che ha permesso un risparmio di 3 milioni di euro alle casse del Comune, di  tutelare 250 lavoratori e mantenere inalterato il servizio, sono il sostegno alla Caritas per il progetto del Microcredito.

Le priorità sono state fare un bilancio onesto destinando risorse alla manutenzione delle scuole e delle strade (è stata già asfaltata una superficie complessiva di 78.000 mq).

Le priorità sono state la riapertura del Teatro D’Annunzio, la messa in sicurezza del mercato annonario, l’avere momentaneamente scongiurato il definanziamento di 1.500.000 euro per il progetto Plus, il recupero di 800mila euro per il Garage Ruspi.

Le priorità sono state avere vinto un bando di 18 milioni di euro ed organizzare una struttura competente ed efficiente per sostenerne i progetti.

Le priorità sono state avere ottenuto il finanziamento regionale per la riqualificazione della Biblioteca Manuzio. Sono state occuparsi degli impianti sportivi dopo anni di malagestione clientelare, sono avere riaperto un dialogo con l’Università con la prospettiva di attivare sul territorio due nuovi corsi di laurea come Ingegneria agraria e Chimica e tecniche farmaceutiche.

Le priorità sono state avere reso più attrattiva Latina per investire sull’Università, così come è stato per le attività commerciali da parte di grandi brand internazionali.

Le priorità sono state avere riportato i giovani ad interessarsi della cosa pubblica attraverso il Forum dei Giovani, così come avere aperto loro le porte del Comune accogliendo progetti di alternanza scuola-lavoro e tirocini (è stato completato l’accreditamento per il Servizio Civile Nazionale).

Le priorità sono le numerose occasioni culturali e di incontro che ci stanno facendo sentire comunità.

Le priorità sono state la manifestazione di interesse per gli eventi culturali che ha visto la partecipazione di tantissimi artisti del nostro territorio.

Le priorità sono ammettere di avere sbagliato il bando sullo sfalcio del verde prendendosi colpe non proprie, ma l’allenatore è sempre quello si assume le responsabilità, sia quando si vince che quando si perde, e avere individuato l’anomalia (cronica perché si verifica purtroppo da tanti anni) del sistema affinché tutto ciò non accada più. Così come sarà per il bando della derattizzazione.

Le priorità sono anche cercare di rimettere a posto le piazze e le aree verdi della città, ma ci vorrà tempo perché sono in gran parte prive di sistemi di irrigazione. Sono aver ereditato il fallimento (uno dei tanti) del Latina Calcio.

Le priorità sono state i tanti regolamenti approvati: sponsorizzazioni, videosorveglianza, patrocini e contributi, toponomastica, sale giochi e contrasto alle ludopatie. Strumenti che diventano una garanzia per tutti i cittadini. Questa città è andata avanti tanto, troppo tempo senza regolamenti e senza regole.

Le priorità sono state avere riportato Latina ad essere considerata una città che è tornata nella legalità, che riprende a dialogare con le Forze dell’Ordine, che firma protocolli di intesa per liberarsi finalmente da anni di malaffare. Me ne accorgo quando vado fuori, quando mi confronto con le istituzioni nazionali e ne vado fiero. Il primo anno serve per capire, questo mi dicono i tanti miei colleghi sindaci. Dal secondo anno si inizia a governare sapendo benissimo qual è la strada da percorrere. E si governa per 5 anni e alla fine dei 5 anni si viene giudicati.

Ora mi prendo tutte le critiche per non avere risolto problemi che sedimentano da almeno 15 anni. Ed è ciò che mi dicono nei Borghi quando vado ad incontrare i cittadini e dove si sono creati tanti Comitati spontanei a testimonianza della ritrovata voglia di buona politica. Almeno 15 anni di cose irrisolte: fogne, illuminazione, strade, segnaletica. Interventi che sono già iniziati, per esempio a Latina Scalo con lo sblocco dei lavori di riqualificazione del Centro Minori, il completamento di Piazza dell’Ambrosia, il ripristino del Contratto di Quartiere, la riapertura del Parco Faustinella.

Mi prendo le critiche oneste, costruttive, di chi crede realmente nel cambiamento di questa città. Di chi non dimentica il passato, ma si rende conto del presente. E si rende conto che stiamo lavorando per il futuro.

Mi prendo le critiche di chi sta all’opposizione in maniera leale e vuole condividere e costruire una nuova città libera. Libera da legami e fardelli che hanno consentito l’infiltrazione della criminalità nella nostra comunità. Libera perché è tornata nei cittadini la voglia di partecipare, di essere consapevoli e me ne accorgo tutti i giorni.

E ringrazio tutti i cittadini che, con il loro senso civico, stanno dando una mano per ricostruire l’identità della nostra comunità. Che tornerà ad apprezzare la bellezza di sentirsi comunità. Oggi giustamente si stimola e si controlla l’operato dell’Amministrazione, segno di grandi aspettative.

Non mi prendo le critiche pregiudizievoli e scorrette di chi vive la frustrazione del proprio fallimento politico e di chi ha fatto parte di un sistema politico che è stato mandato a casa e che, direttamente o da oppositore, ha la responsabilità di avere messo in ginocchio la nostra città. E che ora dà lezioni di politica e di etica nascondendosi dietro una tastiera. Non mi prendo le critiche di chi non fa informazione in maniera leale e corretta.

Mi prendo le responsabilità di ciò che ho fatto e che farò dal giorno in cui mi sono insediato. Lo faccio a testa alta e schiena dritta sapendo di potere contare su una squadra di assessori e consiglieri compatta e unita, che ha individuato cause e soluzioni per iniziare a cambiare marcia e che ora ha tracciato una strada che va dritta agli obiettivi del Bene Comune.

Ho commesso sicuramente qualche errore. Dagli errori si cresce, non ci si nasconde. Sarebbe stato facile per me fare cose ad effetto per prendere consensi. Il mio impegno è lavorare sulla struttura, sulle fondamenta, per rendere questa città solida e per dare la speranza e la dignità di un futuro ai nostri giovani. E’ investire sulla città non per ottenere facili consensi, ma per aprire una strada nuova, ora non percepibile ma di cui saranno fieri i nostri figli e i nostri nipoti. E’ scegliere cosa è giusto fare e non cosa conviene fare.

Per fare questo ci vogliono tempo, passione, onestà, grinta, partecipazione, credibilità, sudore, impegno. E’ ciò che ho sempre dato, è ciò che posso dare, è ciò che darò per il bene della nostra città. Una città che diventerà aperta, solidale, viva, vitale e soprattutto “pulita”. In tutti i sensi…

       Il Sindaco

Damiano Coletta