Oggi il consiglio comunale ha approvato la mozione, proposta dalla maggioranza di Latina Bene Comune, sul No al sito di stoccaggio nella zona della Migliara 45. Fondamentale per arrivare a questo atto, il parere tecnico dei consulenti del Comune di Latina, che nelle settimane scorse hanno effettuato una valutazione oggettiva dell’area. Non ci sarebbero infatti le condizioni sufficienti di protezione ambientale, come si spiega nel testo stesso della mozione: “Il sito non è in grado di garantire l’azione dei sistemi naturali in caso di default dei sistemi ingegneristici/tecnologici”; inoltre le acque del sottosuolo drenano verso il mare ed “eventuali infiltrazioni di inquinanti porterebbero a migrare la contaminazione verso siti di alto valore ambientale e investirebbero siti produttivi che utilizzano la risorsa idrica sotterranea nei propri cicli produttivi”, oltre a comportare “un forte deperimento o persino la perdita totale delle fondamentali funzioni ambientali ed ecologiche del Fosso della Novella e del Rio Martino”; l’area individuata infine non garantirebbe la distanza minima di 500 metri dalle case.
L’intento della mozione approvata è dunque quello di respingere l’ipotesi di un sito di stoccaggio in quell’area e di trasmettere a tutti gli organi interessati – Provincia di Latina, Regione Lazio e Commissario ad acta indicato dal Ministero della Transizione ecologica – la relazione tecnica con le problematiche e le incompatibilità evidenziate, ed anche “di voler proseguire il percorso di programmazione e chiusura del ciclo dei rifiuti secondo quanto già concordato in sede provinciale e nella conferenza dei sindaci, richiamando tutti i territori coinvolti ad un comportamento efficace e responsabile”.
“Questa mozione – spiega la presidente della commissione Ambiente, Loretta Isotton – è nata dopo la relazione tecnica dei due esperti e dopo l’ascolto dei cittadini residenti e dei sindacati della Plasmon, si manifesta il nostro No al sito di stoccaggio in questa area, perché non presenta le caratteristiche idonee previste anche dal piano provinciale industriale sulla chiusura del ciclo dei rifiuti. Questo non ci esime dalla responsabilità di essere aperti e propositivi rispetto alla individuazione di altri luoghi, che non obbligatoriamente devono essere trovati sul territorio comunale se non ci sono le caratteristiche idonee. La soluzione deve essere trovata comunque nel contesto provinciale, perché dobbiamo considerarci una comunità responsabile e consapevole che sa trovare soluzione. I confini comunali esistono solo sulle carta: in realtà nei territori non abbiamo confini così netti tra un comune ed un altro, perché se pensiamo alle acque esse si spostano velocemente da un territorio comunale ad un altro e giungono al mare, e il mare è di tutti. Così per le falde e l’aria sono entrambe soggette per la loro natura a spostarsi con il pericolo di inquinamento nel circondario o anche a molta distanza. Sarebbe sempre opportuno considerare più siti almeno due, ma meglio tre, distribuiti nelle varie aree della provincia”.